Forse e´ questo il verso piu´ conosciuto dei CCCP, o piu´ probabilmente quello a me piu caro. Un verso, semplice, potente, tagliente che in tre parole, tre imperativi, definisce in maniera cruda, l´aberrante condizione sociale imposta dal capitalismo dilagante. Dui cui anch´io son parte, un piccolo ingranaggio di una macchina da profitti americana. Non per fare quello che i tedeschi chiamano Nestbeschmutzer (letteramente colui che sporca il suo nido, che sputa nel piatto in cui si mangia). Ma io non so cantare, non so suonare, non so giocare al pallone, e non so dare le pacche sulle spalle a chi mi sta sul culo, e in qualche modo devo pur sfamare la mia famiglia.
Quando si parla dei CCCP/CSI una delle migliori punk-rock band a livello planetario, e´ difficile dire quale sia stato l´album o il pezzo migliore. Il primo album che mi e´ capitato tra le mani e´ stato “1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età” era una di quelle cassette TDK o SONY duplicate con i titioli scritti a penna. Ero matricola all´ Universita, e mi son detto “ ma che cazzo di titolo e´? E chi sono questi pazzi rincoglioniti?”, morale della favola a distanza di quasi ventanni la musica folle di quel gruppo di invasati, accompagnato i miei primi anni di Universita´tra San Michele e Is Mirrionis, Mitte e Prenzlaurberg e ancora mi accompagna. Stamattina mentre svogliato mi trascinavo al lavoro, ascoltavo e salmodiavo Islampunk a palla. Pezzi come “morire” , “io sto bene”, “Emilia paranoica” che per me sta per il punk italiano come “Stairway to Heavan” per il rock anglo-americano.
Ho avuto il privilegio e la fortuna di vedere i CSI dal vivo durante la tournee di “tabula rasa elettrificata” (album grandioso) al palazzetto dello sport di Cagliari qualche annetto fa.
Loro si autodefinivano un gruppo di "musica melodica emiliana" e di "punk filo-sovietico" e sono nati a Berlino nel 1982 dall´incontro del salmodiatore Giovanni Lindo Ferretti e del chitarrista elettrico Massimo Zamboni. Il caso ha poi voluto che 18 anni dopo il loro incontro, Berlino diventasse per me la mia seconda patria.
Ferretti, ex comunista anticlericale, cultore del cattivo gusto, dopo una lunga malattia si e´ poi converito al cattolicesimo piu´ sfrenato. Quando ho sentito le sue intervisti post-conversione, devo ammettere che sono rimasto scioccato. Poi ho riflettuto, e capito che sarebbe stato molto piu´ scioccante, vederlo in giacca e cravatta dietro uno scrivania a svolgere una mansione piccolo borghese. La sua “vena malata” creativa ha trovato un´altra valvola di sfogo, sempre estremista, mai conforme, e pure sempre degno di ascolto, mai scontato. Non si puo´ biasimarlo per le sue scelte dopo tutto a uno che ha scritto questo testo, come posso non essergli riconoscente finche´ avro´ la mente lucida:
io devo bere un pò
di questo amaro calice
io devo berne molto
fino a toccare il fondo
LUCE SPEZZATA AZZURRA
mitra imbracciati neri
- i documenti svelti -
ho freddo qui alla nuca
mi muovo rilassato
- se vuole alzo le mani -
tutto è sotto controllo
riparto piano piano
io dovrei bere un pò
di questo amaro calice
io dovrei berne molto
fino a toccare il fondo
TATTICA STRATEGIA
ABNEGAZIONE FORZA
ho il vuoto nella testa
mi muovo poco e male
vacanze immaginarie
nella nuova Cambogia
frantumano l’assalto
al cielo di Parigi
week-end televisivi
nella vecchia Polonia
soffocano la presa
di palazzi d’inverno
fuori da TEMPO e STORIA
via dall’ETERNITA'
spiegata e rispiegata
fuori da TEMPO e STORIA
via dall’ETERNITA’
dai CICLI dai PROGETTI
dai radiosi FUTURI
dal SOL dell’AVVENIRE
dalle gloriose ARMATE
dalle STELLE dai SIMBOLI
dalle ALBE umanitarie
il passato è afflosciato
il presente è un mercato
- fatevi sotto bambini
occhio agli spacciatori
occhio agli zuccherini -
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