mercoledì 3 febbraio 2010

Trenitalia, bambini? No grazie

Sono in viaggio sul treno regionale Nr 8395 delle 14:08 , partito da Olbia e diretto per Cagliari. Il controllore o capotreno mi ha appena fatto capire che sui treni di Trenitalia i neonati non sono ospiti graditi. Dopo avere preso posto, posizionato le mie pesanti valigie, e appoggiato la mia piccola di appena 4 mesi addormentata nel borsone della carrozzina su un sedile doppio di fronte al mio, il simpatico omino verde di Trenitalia mi ha intimato di spostare immediatamente la neonata col borsone dai posti a sedere, occupati e probabilmente imbrattati indebitamente dalla marmocchia. Ho fatto notare al Signor capotreno che il borsone era pulitissimo, e che il treno era semivuoto quindi non vedevo la necessita' di dover cambiar posto, caricarmi i bagagli e andare all'altro capo della vettura. Niente da fare, presi bagagli, burattini e carrozzina direzione l'altro capo del treno. Peccato che a meta' tragitto il passeggino si e' impigliato negli angusti corridoi del trenino diesel delle ferrovie dello Stato, impedendomi di poter andare avanti. In risposta alle mie rimostranze l'amico controllore mi ha proposto diverse curiose opzioni:


- il bebe' deve stare in braccio ai genitori! E il passeggino deve essere smontatto e riposto negli appositi portaoggetti. Bisogna considerare che la distanza tra Olbia e Cagliari e di circa 300 km, e il tempo di percorrenza senza guasti e/o imprevisti di piu' di quattro ore. Come puo' una madre o un padre tenere in braccio un neonato per piu' di quattro ore di fila?

-soluzione due; comprare un passeggino piu' piccolo. Va da se' che trattasi una carrozzina della Bugaboo modello Frog, uno dei passeggini più leggeri, piccoli e innovativi attualmente sul mercato.

Dopo una lunga discussione e scambi di battute ho fatto notare all'inflessibile pubblico ufficiale che i treni e le stazioni in Sardegna ( ma a questo punto credo anche nel resto d'Italia) non sono pensate per agevolare il trasporto di neonati, e che dopo questo avvenimento mi sarebbe probabilmente passata la voglia di viaggiare in treno. Il simpatico omino vestito di verde chiosava che le mie affermazioni erano fuori luogo. Si tratta semplicemente di pareri e stati d'animo di un cliente deluso e amareggiato, detto da uno che sa di cosa parla e che da anni lavora e offre servizi di assistenza e consulenza clienti a livelli eccelsi.


Evidentemente Trenitalia non ritiene che i "mini-clienti" meritino particolari attenzioni. La discussione ha preso un "binario morto", e decido di documentare l'angusto treno con la mia Nikon."Per cortesia niente foto!" sempre lui, il simpatico capotreno. Ma siamo o non siamo in un paese libero, o per lo meno semilibero. Morale della favola, dopo essermi alzato alle tre del mattino, viaggiato un'ora in metropolitana, due ore di volo da Berlino a Olbia, corriera dall' aereoporto alla stazione, quattro ore di attesa alla stazione di Olbia dove i bagni sono in condizioni fatiscenti e non esiste un deposito bagagli ed il nostro treno non veniva indicato neanche nel tabellone degli orari. Alle 15:30 mi ritrovo ancora a spostare borse valigie e carrozzine. Morale della favola il posto assegnatomi e' "Area riservata alle sedie a rotelle piegate".

Sperando che nelle prossime ore non salga nè un invalido nè un capotreno pedante. L' Italia un paese per vecchi governato da ultrasettantenni, dove il debito pubblico è una voragine immensa e il servizio pubblico di pessima fattura. Il confronto con la Deutsche Bahn sarebbe troppo semplice e scontato. Il regionale per la cronaca è arrivato con oltre venti minuti di ritardo, ma che mi lamento a fare? Poteva andarmi decisamente peggio.



Leo Perinovich